lunedì 21 luglio 2014

La parola ai cittadini di Alpignano




Questa iniziativa nasce dalla riflessione e dal dibattito che all'interno dei partiti si sta svolgendo sulla rappresentanza democratica e sul rapporto partito-iscritti e partito-elettori. Ispirato da questo tema ho preso una iniziativa personale "sperimentale" di provare a verificare nuove modalità di coinvolgimento dei cittadini e della comunità alpignanese nella costruzione di progetti. Per fare un esempio chiarificatore è come se oggi un cliente (il cittadino) si recasse al ristorante e scegliesse un piatto proposto dal ristoratore (il partito), egli sicuramente farebbe una scelta libera e consapevole ma sarebbe legato a quanto presente nel menù e difficilmente potrebbe avere un piatto non compreso nello stesso ma che soddisferebbe maggiormente i suoi gusti. Allora perché non chiedere al cittadino direttamente gli ingredienti che gradisce?

Questo questionario vuole essere appunto la raccolta degli ingredienti che i cittadini vorrebbero (o quelli che non vorrebbero) sui quali la politica dovrà costruire le giuste ricette. Rappresenta come detto un esperimento ed un primo passo nel tentativo di costruire una nuova modalità di dialogo e dibattito nella nostra comunità che dovrebbe prevedere anche momenti "fisici" di raccolta delle istanze tramite i tradizionali banchetti e non solo la forma "digitale" consentita dai social networks e dalla quale sono partito.



martedì 15 luglio 2014

Il messaggio nella bottiglia del voto - oltre gli steccati


“Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno che hai voglia ad aspettare
un tempo sognato che viene di notte
e un altro di giorno teso come un lino a sventolare”

Prendo in prestito l’incipit della canzone di Ivano Fossati non per l’ennesima analisi elettorale ma per una serie di libere considerazioni che vorrebbero essere più suggestioni, stimoli, forse anche provocazioni. Innanzi tutto può capitare che il risultato del voto amministrativo in una sola città diventi mediaticamente il risultato che oscura tutti gli altri, era capitato a Parma ed oggi si ripete a Livorno, Civitavecchia e Bagheria, e personalmente ritengo sia un segnale di una voglia di ridimensionare il successo di Renzi che deriva dall’inconscio timore che il cambiamento possa toccare ognuno di noi, le nostre sicurezze consolidate che potrebbero essere privilegi ad occhi esterni. Penso che il PD possa andare oltre ai sinistri titoli sulle sue sconfitte in una manciata di comuni sia per l’incapacità del M5S di gestire gli effetti delle proprie vittorie sia perché è stato proprio lo tsunami del M5S a forzare quella trasformazione che ha portato il partito di Renzi ad un livello di consenso inimmaginabile.
Provare a descrivere quale PD abbia vinto e quale abbia perso è un lavoro che altri meglio di me sanno fare ma mi sembra evidente che per vincere devi rappresentare una domanda radicale di novità, se gli elettori ti percepiscono come conservatore o addirittura restauratore la speranza di acquisire consenso non può che basarsi su deprecabili tecniche di mercato del voto che, sempre deprecabili per le comunità interessate, lo sono ancor di più in una stagione di risorse tagliate e se attuate non possono che avere prospettive brevi e disastrose per le comunità medesime.
I recenti ballottaggi hanno confermato l’estrema mobilità del mercato elettorale con un astensionismo davvero eccessivo per una legittimazione democratica piena. Non esiste più un elettorato militante o “zoccolo duro” (o almeno la sua consistenza tenderà sempre più all’irrilevanza), non esistono più “roccaforti inespugnabili”, la fedeltà di voto è ancora presente ma l’elettore è sempre più un consumatore che se insoddisfatto del prodotto lo cambia e difficilmente tornerà al “brand” che lo ha deluso, piuttosto finirà ad arricchire il bacino dell’astensione. Non bastano più solo dei candidati credibili senza che abbiano il sostegno di una proposta di innovazione. In questo contesto pochi osservano come proprio nel nord, che fino a poco tempo fa era quasi totalmente governato dalla destra, il PD sta aumentando considerevolmente i consensi e che invece la nostra zona non sembra seguire linearmente questa tendenza faticando a mantenere il primato storico. Le sconfitte di Alpignano, Orbassano e Pianezza di qualche anno fa sono molto simili a quelle già citate di Parma e Livorno. E’ quindi urgente e fondamentale accelerare il processo innescato da Renzi focalizzando l’impegno nella formazione di un nuovo gruppo dirigente portatore di una nuova idea di comunità, di nuovi processi di comunicazione e condivisione che superino le barriere delle vecchie appartenenze, dei confini comunali, dei vecchi statuti organici a strutture statiche e obsolete.
Oggi l’elettore non ha dato un consenso su ciò che è stato fatto, ma sulla possibilità che si intraprenda quella strada di cambiamento, trasparenza ed efficacia che aiuti la comunità ad uscire dalla crisi e con essa contribuisca a far nascere una migliore forma di rappresentanza. 
Faccio quindi appello a tutti i riformisti, soprattutto a coloro che hanno responsabilità amministrative e politiche, ad uscire dagli schemi di “appartenenza”. In particolare ad Alpignano, dove opero politicamente come consigliere comunale, la sfida non sarà quelle di riunificare la sinistra storica da un paio di decenni “sbriciolata” e smarrita, ma quella di “immaginare” la convergenza di nuove energie in una stagione di confronto e di condivisione di progetti comuni che abbia il coraggio di rompere gli schemi consolidati di una sinistra che, se non opera tale rottura,  rischia di apparire all'elettorato esclusivamente come una forza di potere conservatrice.
Personalmente mi impegnerò fino in fondo come facilitatore e promotore di iniziative e proposte che, alla luce di questa visione aperta, consentano anche sul piano locale il cambiamento che i cittadini auspicano e che hanno chiesto dando consenso al Partito Democratico.
-- 
Paolo Giacomino - Alpignano
  • mobile +39 - 348.640.13.91 (anche per text e whatsapp)
  • skype  paolo.giacomino
  • e-mail  jackpaolo63@gmail.com