lunedì 24 luglio 2017

LA VALUTAZIONE DI UN EVENTO


Lo scorso fine settimana (dal 21 al 24 luglio) ad Alpignano si è svolto il "Palio dij Cossòt" che consiste in una gara di velocità e di destrezza dove i corridori a staffetta percorrono le vie del centro storico. I 4 borghi sono Talle (verde), San Giacomo (blu), Sassetto (giallo) e Borgo Vecchio (rosso). La squadra vincitrice è quella che ottiene il miglior risultato fra minor quantità persa dell'acqua contenuta nelle zucche, “i cossòt”, e tempo impiegato. Al borgo vincitore (quest'anno Borgo Talle) viene consegnato un Palio, uno stendardo che quest’anno è stato realizzato dall'artista alpignanese Randò Nazzareno.

Oltre alla parte sportiva ci sono anche eventi vari come ad esempio:
  • cena medioevale
  • presentazione del Palio
  • momenti di vita di corte
  • corteo storico dei figuranti
  • battaglie storiche al al Campo di Marte al Castello 
  • assegnazione del premio Cossòt d’Oro
  • concerto del coro I polifonici delle Alpi
  • concerto di San Giacomo della Società Filarmonica di Alpignano
  • Locande allestite da associazioni
oltre a diverse mostre e spettacoli vari

L’edizione di quest’anno è stata rinnovata (dopo un anno di sospensione) comprendendo oltre alla rievocazione del 1678 anche quella medioevale del 1356. 
Sui social Alpignanesi la discussione e le polemiche sul Palio di quest'anno è stata piuttosto vivace ed è partita già diverse settimane prima dell'evento assumendo spesso caratteristiche "politiche" pro o contro l'attuale amministrazione.

In questo post non esprimerò un mio giudizio sull'evento per una serie di obiettive difficoltà a farlo ma solo una serie di riflessioni sul dibattito che sto (faticosamente) seguendo fra i miei contatti virtuali.

1 - Per poter giudicare qualcosa occorre conoscerne gli obiettivi.
Su questo punto nasce la mia prima difficoltà ad esprimere un giudizio perchè mi sono totalmente ignoti gli obiettivi che ci si è posti nell'organizzare tale evento in tale modo. Mi spiego meglio: se io organizzassi uno spettacolo teatrale, ad esempio la rappresentazione di una tragedia, potrei giudicarne l'esito dalla quantità di pubblico che si è commosso nell'assistervi. Avrei fallito se il pubblico fosse stato scarso o, se pur numeroso, avesse dominato l'ilarità alla commozione. Infatti una folla che ride sguaiatamente durante una tragedia si sarà di sicuro divertita ma non è ovviamente l'obiettivo dell'organizzazione. Nel caso del Palio non ho conoscenza dei motivi della camminata storica fra il 1356 ed il 1678, e le motivazioni che intuisco: evento sportivo, partecipazione cittadinanza, gastronomia, informazioni storiche ... (ma intuisco giusto?) mi sembrano un tantino frammentarie, cioè una sorta di Evento Barnum o di Evento rivista anni '50. La comprensione degli obiettivi è premessa indispensabile per un giudizio argomentato ed allo stato delle cose il mio deve essere necessariamente l'astensione
2 - Molti criticano ma a rimboccarsi le maniche pochi.
Questa affermazione è molto diffusa nelle sue varie forme e contiene una verità ma anche un messaggio latente discutibile. Che chi critica lo faccia in malafede è possibile ma è anche vero che è un suo diritto farlo, unico vincolo sarebbe quello di argomentare in dettaglio le sue obiezioni. Se io critico un piatto di pasta di un ristorante con un "fa schifo" non esprimo una opinione ma un insulto sterile, diversamente e meglio potrei trasformare il "fa schifo" in un "la pasta era scotta e mancava di sale, il sugo era troppo acido ed il piatto è arrivato freddo" (anche quà però conosco l'obiettivo di quello che dovrebbe essere un buon piatto di pasta e ribadisco quindi quanto detto al punto 1). In tale contesto è assolutamente legittimo criticare anche senza essersi rimboccati le maniche (vedo centinaia di film e confesso di averli giudicati senza aver mai recitato o lavorato in alcun modo in nessuno di essi) ed una eventuale contro-critica non dovrebbe utilizzare la "legittimità" di chi la esercita (in tali casi vedo purtroppo spesso non a caso lo sconfinamento nella calunnia) ma una stessa logica di argomentazione sui temi e non sulle persone. 
3 - Chi ha lavorato lo ha fatto con Buona Volontà.
Questa affermazione è la più insidiosa. Nessuno nega che chiunque faccia qualcosa lo faccia con tutta la sua Buona Volontà ma dobbiamo chiederci se questa in certe situazioni sia sufficiente. Cucino in casa per gli amici e, non essendo cuoco, lo faccio con tutta la mia buona volontà; se però apro un ristorante o cucino per degli avventori paganti la sola volontà non basta: devo saper cucinare e saper cucinare pure bene. Questo è legato al concetto di competenza ed in certe situazioni "serve la competenza" e non basta la seppur apprezzabile "Buona Volontà". Obiettare a delle critiche perchè in tal caso si "offende" chi ci ha messo la "Buona Volontà" significa rinunciare a fare meglio, a crescere la propria "Buona Volontà" in una "Buona Competenza", trattenersi nel esprimere critiche (sempre pacate ed argomentate) è un atto più di piaggeria che di educazione e si fa complice della rinuncia ai miglioramenti.

Tornando al Palio quindi il percorso che propongo è il seguente:
a - Quali sono gli obiettivi che il Palio 2017 si è posto?
b - Quali di questi obiettivi sono stati raggiunti (o addirittura superati)?
c - Quali invece non sono stati raggiunti?
d - Per ognuno degli obiettivi (soprattutto quelli del punto c) quali fattori sono migliorabili o da modificare?
e - Come procedere quindi per una migliore prossima edizione?

Non è sicuramente semplice ma è una proposta di metodo per potere fare se possibile meglio ...e non solo nel Palio.

P.S. intuisco alcuni "dettagli" legati all'Evento che mi sembrano davvero meritevoli di pubblicità... sarebbe opportuno pubblicizzarli come esempio virtuoso.