Bng a tutti/e,
Renzi ha vinto le primarie del PD. Le ha vinte tra gli iscritti e tra gli elettori. Proprio il protagonismo degli elettori, con una larga partecipazione, ha risolto la schizofrenia di un apparato di partito che aveva preparato regole congressuali degne di un romanzo di Kafka. Due basi elettive diverse per poter, nel caso di sconfitta tra gli iscritti, accusare Renzi di un non essere rappresentativo, e/o di esserlo solo nel “misterioso mondo” dei cittadini che vanno a votare
In questo senso un dato da sottolineare è quello che riguarda la discrepanza tra il voto degli iscritti e quello degli elettori delle primarie, per la prima volta così netto. Ai gazebo, Renzi ottiene oltre il 20 per cento dei voti in più rispetto ai circoli, mentre Civati cresce del 5 per cento circa e Cuperlo crolla dal 39 al 18 per cento. La crescita del neo segretario dem è meno evidente (ma comunque tra i 14 e i 18 punti percentuali) al sud, dove la partecipazione è stata più ristretta.
La riduzione dei consensi per Cuperlo è più marcata nei comuni dove la mozione Cuperlo aveva ottenuto soglie del 70/80% dei voti. A dimostrazione di un radicamento fittizio, basato su un tesseramento fasullo e tristemente messo in moto dai signori delle tessere. I fatti hanno la “testa dura” diceva Togliatti. Oggi i numeri sono li a dimostrarlo. Gli elettori del PD hanno dimostrato che le primarie sono diventate il DNA del PD. L’errore principale di Cuperlo e C., portato avanti dalle schizofreniche regole congressuali, è stato il tentativo di sottrarre il PD ai suoi elettori invece di dialogare con essi, anche nella situazione difficile di un malcontento diffuso.
Ora ci ritroviamo in molte parti d’Italia, la dove la conta delle tessere ha escluso una discussione politica più feconda per il PD, con tante figure di “Visconti dimezzati”. Responsabili/e, a volte nominati con basi elettorali fasulle e/o surrettiziamente costituite, che come la figura romanzata del Visconte se ne vanno in giro con due parti separate. Alpignano è uno di quei luoghi. Un responsabile politico, ed un direttivo, eletto con il 70% dei voti tra gli iscritti che successivamente crolla al 18% dei voti tra gli elettori. Chi rappresenta chi è quindi il tema che il PD di Alpignano dovrà affrontare per poter sperare di ricomporre l’orizzonte politico del partito in città. Se non verrà affrontata questa discussione non sarà possibile nemmeno provare a mettere insieme le due parti del “Visconte dimezzato” alpignanese.
Segnalo inoltre, rispetto alla fase del congresso comunale, che è pendente presso la Federazione Provinciale un ricorso effettuato da Petrelli. Al momento si è ancora in attesa di riscontri dopo due incontri con gli organismi di garanzia del PD.
…a presto,
Giovanni Liccardi
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