..diversi di voi con molto disagio per la battaglia parlamentare, non proprio limpida (soprattutto nel PD), mi hanno chiesto un commento all’accordo sulla legge elettorale. Non tanto per gli aspetti della legge, quanto per lo stato del partito. Alcuni hanno richiamato di nuovo la questione delle origini del PD. A questo proposito sul quotidiano Europa è apparsa una nuova intervista all’Arcivescovo Karl Marx di Monaco, omonimo del grande filosofo. E nell’articolo vi era un rimando ad una precedente intervista, del 2008, in occasione della pubblicazione di un suo libro di riflessione sull’attualità delle idee di Karl Marx (il filosofo).
Nel 2008 siamo all’alba dell’attuale pesante crisi economica globale. Quindi alcune di quelle riflessioni sono profetiche e/o almeno sagge, molto sagge. Ve ne propongo alcuni passaggi. Il resto dell’intervista è allegata.
Ecco, a quei disagi che arrivano dall’attualità politica, e dalle iniziative della “squadra palude” all’opera già con Prodi, poi con le pazzesche regole del congresso PD e ora con Renzi in parlamento, rispondo di guardare un po’ più avanti delle polemiche politiche giornaliere. A chi dovesse chiederci quali sono le radici del PD, di questo strano partito “che pur si muove”, invitatelo a leggere questa intervista. In queste riflessioni sono poste le basi della necessità del progetto politico del PD. Avere un soggetto politico capace di radici profonde ma che cerca risposte nuove per il futuro, senza restare prigioniero del passato. Solo in questo modo sarà possibile trovare nuove strade per sviluppare una crescita della società - della sua economia - sostenibile, solidale e che dia nuove opportunità ai giovani….a presto,
Giovanni Liccardi
«Marx aveva ragione». Parola di Marx
Parla l’arcivescovo di Monaco e Frisinga omonimo del filosofo (Europa - 26 novembre 2008). È gioviale come lo dipingono, simpatico e disponibile. E quando gli chiedo se si aspettava un tale successo per il suo libro su Marx non fa il falso modesto: «Non proprio un successo di questa portata, ma immaginavo che il libro avrebbe incuriosito». Sua eccellenza Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, siede sulla cattedra che fu niente meno che di Joseph Ratzinger, ma ha mantenuto l’atteggiamento del buon parroco. Un parroco, tuttavia, pieno d’acume e di un certo coraggio, visto che ha deciso di scrivere un libro proprio sul suo omonimo. Di passaggio a Roma, ha accettato di parlare del volume e anche del ruolo dei laici nella Chiesa di oggi, tema al centro di un recente convegno organizzato dal Vaticano.
Allora, come giudica il successo del suo libro?Ho lavorato per due anni alla sua preparazione. Il Capitale. Una difesa dell’uomo sostiene prima di tutto che il filosofo di Treviri va preso ancora molto sul serio. Il suo pensiero non è affatto superato e continua a porre questioni attuali. Mi sono ispirato a una riflessione proposta da Giovanni Paolo II nella Centesimus annus, e cioè: dopo il crollo del comunismo, il vero vincitore sarebbe il capitalismo? Questa era la domanda di Wojtyla già nel 1991, ma la risposta non è facile. Di certo si può dire che il capitalismo non affronta e non risolve i problemi della povertà, della ricchezza, della giustizia. E proprio dalla mancata risposta risorgono sia il vecchio
comunismo sia le idee di Marx.
Lei ha detto che «poggiamo tutti sulle spalle di Marx». Non le sembra esagerato?? Nell’analisi del mio omonimo ci sono punti difficilmente confutabili. D’altra parte non si può attribuire a lui ciò che poi hanno fatto Stalin e altri comunisti. La previsione marxista della mercificazione di tutti i settori della vita è di grande attualità, inutile nasconderlo. Ma deve essere chiaro che la risposta in cui credo è la dottrina sociale della Chiesa, non quella marxista. Mi chiamo Marx ma non sono marxista!
Allora, come giudica il successo del suo libro?Ho lavorato per due anni alla sua preparazione. Il Capitale. Una difesa dell’uomo sostiene prima di tutto che il filosofo di Treviri va preso ancora molto sul serio. Il suo pensiero non è affatto superato e continua a porre questioni attuali. Mi sono ispirato a una riflessione proposta da Giovanni Paolo II nella Centesimus annus, e cioè: dopo il crollo del comunismo, il vero vincitore sarebbe il capitalismo? Questa era la domanda di Wojtyla già nel 1991, ma la risposta non è facile. Di certo si può dire che il capitalismo non affronta e non risolve i problemi della povertà, della ricchezza, della giustizia. E proprio dalla mancata risposta risorgono sia il vecchio
comunismo sia le idee di Marx.
Lei ha detto che «poggiamo tutti sulle spalle di Marx». Non le sembra esagerato?? Nell’analisi del mio omonimo ci sono punti difficilmente confutabili. D’altra parte non si può attribuire a lui ciò che poi hanno fatto Stalin e altri comunisti. La previsione marxista della mercificazione di tutti i settori della vita è di grande attualità, inutile nasconderlo. Ma deve essere chiaro che la risposta in cui credo è la dottrina sociale della Chiesa, non quella marxista. Mi chiamo Marx ma non sono marxista!
La Chiesa e Marx uniti nella denuncia dei mali del capitalismo ma divisi nelle risposte… Esattamente. Con il tipo di capitalismo attuale non possiamo sperare in un futuro veramente umano. Noi cattolici siamo per un’economia guidata da principi etici. L’obiettivo è una società giusta. E la crisi di questi giorni dimostra quanto ci sia bisogno di morale nell’economia.