giovedì 13 febbraio 2014

LA TARTARUGA E LA LEPRE

senza parole x quello che sta avvenendo a Roma vi invio due commenti, tra tanti, colti dalla cronaca dei giornali. Chi conosce il paradosso filosofico della “tartaruga e della lepre” sa che la tartaruga non verrà mai raggiunta dalla lepre. Nella vita reale e/o raccontata nella quotidianità è invece possibile. Non so se questo è un bene x il nostro paese, per il PD, per il suo segretario.
..a presto,

Giovanni Liccardi




(Calabresi – La Stampa)
…Eppure questo strappo, che si sta consumando e di cui non conosciamo ancora l’esito finale, è figlio naturale dell’opinione pubblica di questo tempo, di un Paese impaziente che chiede spallate, forzature, che sogna fuochi catartici e non sopporta più il riformismo, le attese e i tempi lunghi, anche quando possono essere giustificati e inevitabili. Gli stessi che oggi dicono di non volere il segretario del Pd a Palazzo Chigi senza un passaggio elettorale sono anche quelli che nello stesso tempo lamentano le timidezze e le indecisioni del premier in carica e del suo governo.  
 Renzi lo ha capito perfettamente, perché tra le sue caratteristiche costitutive ha – oltre alla velocità – l’essere completamente dentro il suo tempo, in sintonia con gli umori profondi della nostra società. E su questo ha scommesso, sul fatto che il gesto rapido e plateale parla alla pancia del Paese più di ogni altra cosa e può dare soddisfazione a tutti coloro che identificano nell’immobilismo il principale nemico da affrontare….  


(Goffredo Bettini – Roma)
…Consiglio a Renzi di tirare dritto. Deve salvare il suo nucleo innovativo; non per se stesso; né per il Pd; ma per il bene dell`Italia. Vadano avanti le riforme; si aiuti Letta che, in una congiuntura drammatica, ha dimostrato comunque una serietà, onestà e capacità che molti non credevano possibile e che si è conquistato un`autorevolezza di leader e di statista che prima non aveva; e poi, dopo le riforme, si vada allo sbocco naturale delle elezioni. 
Un rischio? Sono anni che per non affrontare i rischi abbiamo contribuito a gonfiare Grillo e il non voto. Oggi abbiamo una carta: Renzi. Va giocata bene. Non come un capo solitario. Ma come il rappresentante di un campo largo, di persone e di democratici, plurale, aperto, contendibile nelle idee, che può riprendere vita: oltre i contenitori burocratici del passato, oltre l`alternativa tra annientamento o semplice annessione al Pd delle mille voci del centrosinistra. Un campo fondato sull`insopprimibile voglia di parlare e di contare di un popolo che per troppo tempo è rimasto muto….

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