venerdì 23 maggio 2014

CAMPUS

Il dibattito politico su FB oramai ha quasi solo più toni da stadio. Tutto ciò che è della tua parte politica va bene e tutto ciò che appartiene ad altri è male. Senza analisi razionale e critica, senza metodo scientifico, senza argomentazioni strutturate. Solo slogan sparati su argomenti eterogenei quasi sempre urlati e molto spesso falsi.
Questo "gioco" non appartiene alla mia cultura, ho vissuto l'infanzia nell'utopia economico/sociale di Adriano Olivetti, sono cresciuto imparando l'esperienza critica e metodica de "Il materiale e l'immaginario" di Ceserani-DeFedericis, ho condiviso esperienze lavorative internazionali imparando a confrontarmi con la diversità convincendomi che dobbiamo approcciare le cose sempre con una mentalità da "learner" e non da "knower".
Credo che le mie "certezze" debbano sempre confrontarsi con certezze diverse e che la cosa migliore è sempre la sintesi delle apparenti verità di ciascuno di noi.
Oggi chiamiamo incoerenza la sintesi derivante dalla mediazione, chiamiamo onestà intellettuale la paraculaggine politica, chiamiamo valori i dogmi partoriti dagli uffici marketing.
Dopo il voto di domenica le cose non cambieranno poichè il problema vero non sono i vecchi o i nuovi politici ma siamo tutti noi che troviamo più comodo scannarci in un campo di calcio piuttosto che collaborare sempre in un campo ma a far crescere il grano.

Paolo Giacomino

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