martedì 20 maggio 2014

Il Punto - 16 maggio 2014


Molti politici che vorrebbero l’uscita dell’Italia dall’euro, propongono un ripudio del debito pubblico come se fosse un’operazione priva di costi. Trascurano che tre quarti dei titoli di stato sono detenuti da famiglie e banche italiane. Sarebbe un salasso per la nostra economia. Analoga sorte in caso di monetizzazione del debito. Chi ha nostalgia della lira (o della peseta, della dracma…) dimentica che la moneta unica è stata un forte stimolo alle riforme. Perché, quando i paesi non possono fare le svalutazioni, devono recuperare competitività modernizzando stato e imprese. Peccato che in questo passaggio l’Italia sia rimasta a metà del guado. Due nuovi interventi che completano il nostro e-book speciale “€uro pro e contro”.
Che la strada dell’Italia per arrivare alla crescita economica sia bagnata di lacrime e sangue, lo dimostra l’andamento del Pil nel primo trimestre 2014: meno 0,1 per cento. Urgente che il Governo passi dai calendari e dalle promesse ai fatti.
La tassa sulla proprietà (dall’Ici all’Imu e oltre…) sembra essere la più odiata dagli italiani. Eppure uno studio mostra che, applicata a livello locale, può aumentare la disciplina fiscale dei cittadini. E Incentivare i politici a essere responsabili e gli elettori a informarsi sui costi dei programmi di spesa.
Da Milano a Roma, passando da Reggio Emilia, Bologna e Firenze, le stazioni ferroviarie nuove o ristrutturate di recente lasciano perplessi: progetti di archistar internazionali, materiali pregiati, risultati faraonici ma non sempre funzionali. C’è una logica economica in queste spese? La risposta è forse nel gold plating. Vediamo cos’è.
Spetta alla Consulta il giudizio sulla costituzionalità della soglia di sbarramento elettorale. Sul banco degli imputati la legge con cui voteremo per l’Europarlamento il 25 maggio (tetto al 4 per cento). Ma il parere della corte peserà anche nel confronto politico sull’Italicum.
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